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Gli anni della radio
Anni '20
L'Uri, Unione Radiofonica Italiana, prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia, viene fondata il 27 Agosto 1924 come accordo tra le maggiori compagnie del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari). Presidente della Società Enrico Marchesi ex direttore amministrativo della FIAT di Torino. L'unica stazione trasmittente è quella di Roma, posizionata nell'attuale quartiere Parioli, allora ancora campagna. Siamo agli inizi e il pubblico è composto da amatori interessati più alla novità tecnologica del radioascolto che ai programmi veri e propri. Nel gennaio 1925 nasce il Radiorario, settimanale ufficiale dell'URI. L'intento è quello di propagandare il nuovo mezzo e nel contempo di conoscere meglio i gusti e le opinioni di un pubblico ancora da formare. Poco dopo, tra il '24 e il '29, si comincia a trasmettere, oltre che da Roma, anche dalle sedi di Milano (1925) da Napoli (1926) e Torino (1929). Nel gennaio 1928 l'URI diventa EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche. L'evento segna il vero e proprio atto di nascita della radiofonia in Italia.
L'annuncio della prima trasmissione
Il primo spot pubblicitario del 1928
Anni '30
La radio inizia ad imporsi come mezzo di comunicazione di massa.
Gli anni ’30 sono infatti il momento del vero lancio della radiofonia in Italia. La radio si propone come medium casalingo ed inizia a scandire con i suoi appuntamenti e i suoi suoni le abitudini degli italiani. Attraverso la radio gli italiani diventano testimoni di grandi eventi (le radiocronache sportive, i concerti sinfonici). Al di là delle trasmissioni più propriamente politiche, l'insieme della programmazione è tradizionale e rassicurante, anche se non manca l'attenzione degli intellettuali, in particolare di futuristi come Marinetti.
"I Quattro Moschettieri" di Nizza e Morbelli, nel 1934, sono protagonisti del primo successo di massa della radio italiana.
Anni '40
Sotto la pressione degli eventi bellici la programmazione radiofonica si trasforma gradualmente. Prosa, e musica leggera con le grandi orchestre di Angelini e Barzizza contribuiscono ad alleggerire un clima che si fa sempre più cupo. Ma con l'inasprirsi del conflitto anche la radio cambia. I programmi nazionali vengono unificati e si intensificano le trasmissioni dedicate alle forze armate. L'8 settembre, dai microfoni di Via Asiago, Badoglio proclama l'armistizio. Dopo il black-out, la ricostruzione. Si riaffacciano voci familiari insieme a personaggi destinati a tenerci compagnia a lungo.
Silvio Gigli in "Botta e risposta"
Anni '50
Lo sviluppo della radio non conosce soste.
La radio invade nuove fasce orarie e nuovi spazi e si evolve verso nuove forme di giornalismo anche grazie a strumenti di registrazione sonora più moderni. È il momento del rilancio anche sul piano culturale (nel 1950 nasce il terzo programma) mentre nel campo dell'intrattenimento non conosce rivali, persino Frank Sinatra si esibisce dal vivo in Via Asiago. La radio tiene a battesimo personaggi che diverranno anche popolarissimi volti della tv ed eventi destinati a durare nel tempo come il Festival di Sanremo.
De Filippo: il teatro in radio
Anni '60
La radio affronta nuove sfide.
L'avvento del transistor permette una comunicazione sempre più agile. Se la televisione si impone come mezzo destinato al grande pubblico, la radio continua a svolgere il suo compito di modernizzazione, accentuando la sua portata innovativa. Mescola strategie di ascolto di massa a proposte più mirate, collauda spazi di intrattenimento destinati al grande successo come "Gran Varietà" e "La Corrida" e lancia popolari programmi giovanili come "Bandiera Gialla".
Anni '70
La radio continua a rivelarsi un mezzo pronto a riflettere l'evoluzione della società, capace di adeguarsi al clima di rinnovamento profondo che si respira nel paese.
All'avvento delle radio private Radio Rai risponde con trasmissioni che faranno epoca, indirizzate soprattutto ai giovani: "Alto gradimento" (programma demenziale che rivoluzionerà ritmi e forme del comico radiofonico), "Supersonic" e la "Hit Parade". L'altra trasmissione destinata a creare una lunga abitudine all'ascolto è "Chiamate Roma 3131" (inaugurata nel 1969) che contraddistinguerà la programmazione per oltre tre decenni, e introdurrà la grande novità del telefono e il dialogo in diretta col pubblico.
"Alto gradimento" con Michele Mirabella e Toni Garrani
Anni '80
L'impegno al dialogo con il pubblico si intensifica negli anni '80 con "Radio anch'io" condotto da Gianni Bisiach e con il "Radiodue 3131" di Corrado Guerzoni che dedichera' sempre maggiore attenzione al rapporto con gli ascoltatori e a una riflessione sulla società’ sempre più approfondita.
In quegli anni la Radio si trasforma anche nell’assetto delle reti. Nascono due canali stereofonici destinati ai giovani , "Stereouno" e "Stereodue" , con proposte musicali più' mirate e programmi che fanno epoca. Le nuove tecnologie a fibra ottica consentono, nel 1986, la nascita di Isoradio, il canale dedicato agli automobilisti, trasmesso in isofrequenza, che propone, in tempo reale, aggiornamenti delle notizie sul traffico alternati a una programmazione di musica e notizie.
Da "Via Asiago Tenda" a "Radio anch'io"
Anni '90
L’impegno al rinnovamento e la differenziazione delle reti secondo aree tematiche distinte contraddistinguerà' la programmazione di Radio Rai nei decenni successivi.
Radio 1 sarà la rete dell'informazione, anche se non mancheranno spazi di approfondimento culturale e intrattenimento musicale, Radio2 la rete dell'intrattenimento, riserverà particolare attenzione alla cultura del mezzo radiofonico proponendo prodotti innovativi, particolarmente adatti a un pubblico giovanile che presto diventeranno programmi cult "Il ruggito del Coniglio", "Fabio e Fiamma" , "Caterpillar" , "Alcatraz" mentre Radio3 confermerà la sua vocazione culturale con un'offerta sempre più' ricca di eventi in cartellone, dirette dei grandi eventi della musica classica e del teatro, ma anche elaborando progetti originali, come "Teatri alla Radio " di Luca Ronconi che rinnoverà la produzione teatrale radiofonica.
Sanremo
Fu la radio a diffondere le prime note del festival di Sanremo, la sera del 29 gennaio 1951. Entrava così nelle case degli italiani quello che sarebbe diventato un evento musicale unico nel panorama nazionale e internazionale. "Una nuova iniziativa promossa dalla Rai, volta a valorizzare la canzone italiana", così il Radiocorriere, in quel gennaio del 1951, ne annunciava la nascita. Nel corso degli anni Sanremo ha mantenuto e superato le promesse.Ha segnato i gusti e le tendenze della musica leggera, ma ha anche, nella sua lunga vita, raccontato momenti lieti e tristi della nostra epoca, scandito mutamenti del costume e della società. Ripercorrerne la storia, attraverso le immagini e le voci dei protagonisti, significa tuffarsi in un passato non troppo lontano che ci appartiene e che ci unisce.