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La Storia della Radio dal 1970 al 1990
Nei primi anni '70 la radio sembra attraversare un periodo di stasi. E per precisare i criteri di differenziazione nascono programmi come Radiomattina che porta ad una inversione delle fasce d'ascolto che si concentrano soprattutto nelle prime ore della giornata.
Nasce la figura del regista autore, chiamato ad inventare nuove modalità di montaggio su una suggestiva partitura di voci, musica e suoni. Su queste premesse prendono il via nel 1973 la serie delle "Interviste impossibili": dialoghi fantasiosi e coinvolgenti con grandi personaggi del passato, ricchi anche di riferimenti storici, ideati e realizzati da intellettuali prestigiosi e letti da attori famosi. Le interviste impossibili furono trasmesse fino al '75 sul primo e secondo canale radiofonico. Un esperimento unico nelle storia della radio per i rapporti spesso scontrosi tra gli intellettuali italiani e la radiotelevisione pubblica. Tra gli altri dialoghi il delizioso duetto tra Umberto Eco e la Beatrice di Dante, l'intervista a Muzio Scevola, un dialogo tra Nelo Risi e Giosuè Carducci. Sanguineti, Calvino, Ceronetti, sono solo alcuni dei nomi che accettarono con entusiasmo di inventare dialoghi fantastici con i grandi personaggi del passato.
Interviste impossibili (1973/1975):
Umberto Eco intervista Beatrice (Isabella Del Bianco)
Nelo Risi intervista Carducci (Romolo Valli)
La riforma della RAI nel 1975 che sancisce il pluralismo dell'emittenza radio-televisiva, mette fine per la prima volta al tradizionale centralismo dell'azienda e apre la strada ad un doveroso rinnovamento. Con la libertà d'antenna, emergono in pochi anni centinaia di stazioni e il modo di ascoltare e fare radio ancora una volta si modifica. Sempre maggiore importanza assume la determinazione dei palinsesti per la riqualificazione e la conquista del pubblico. Nascono le tre reti e le tre testate radiofoniche: Radiouno, Radiodue, Radiotre, GR1, GR2, GR3.
Sigla GR sera (1970)
Lelio Luttazzi presenta Hit Parade (1976)
Negli anni ottanta le novità in campo tecnologico superano di gran lunga quelle di contenuto. La riforma della radio diventa uno di quei ritornelli fissi che si ripetono all'interno dell'azienda. È comunque innegabile che con il diffondersi delle radio private l'ascolto nel suo insieme conosce un effettivo declino. Nel 1982 la RAI tenta il rilancio e partono Raistereouno, Raistereodue e Raistereonotte, una scelta che si rivela vincente determinando la tenuta del servizio pubblico.
Sigla CaraRai (1975)
L'ultimo periodo è caratterizzato dalla ricerca di una sistemazione legislativa del confronto pubblico-privato, mentre il mezzo radiofonico si affina proponendo un'offerta più articolata e aggiornata al progresso tecnologico. La situazione concreta con le emittenti private viene affrontata con un susseguirsi di norme che cercano di mettere ordine in una materia da troppi anni lasciata nel caos.
Da "Dolcemente mostruoso": Paolo Villaggio e Maurizio Costanzo (1975)
Nel 1988 nasce Audiradio che riunisce oltre la RAI, la SIPRA, l'UPA, l'ASSAP organizzazioni del settore. La società effettua indagini periodiche a livello nazionale e locale per la rilevazione dell'ascolto radiofonico. Nello stesso anno è previsto il rilancio della programmazione radiofonica: due rinnovi della Convenzione Stato-RAI, nel 1988 e nel 1994, confermano la concessione in esclusiva del servizio pubblico di diffusione radiofonica e televisiva sull'intero territorio nazionale. Nel 1990 nasce il progetto "Un piano per la radio" che presenta nuove linee editoriali e nuovi palinsesti, nel 1991 entrano in esercizio gli ultimi decodificatori, il servizio RDS Radio Data System, su tutti e tre i programmi a modulazione di frequenza.
Dal programma "Radio Anch'io" (1990)
Attualmente le trasmissioni vanno in onda su tre canali nazionali: RADIOUNO, RADIODUE E RADIOTRE ai quali si affiancano 22 programmi regionali e 3 locali, i programmi del Notturno italiano, la Filodiffusione, Isoradio e una vasta gamma di programmi diffusi all'estero o prodotti per l'estero. Oggi RadioRai è realizzata nei quattro centri di produzione di Roma, Milano, Torino, Napoli e, per quel che riguarda l'informazione, presso altre sedi regionali.
Sigletta "Se la radio non ci fosse"
La radio si sta spostando sempre più verso il digitale. Una delle tecnologie più interessanti e promettenti relativa a questo settore è il Dab (Digital Audio Broadcasting). Il sistema nasce per venire incontro alle esigenze della radio del Duemila. Il Dab prevede l'impiego di trasmettitori terrestri e satellitari e sarà ricevuto da semplici antenne non direzionali. Consentirà, anche in auto, la ricezione di programmi radio con la stessa qualità di un CD. Concepito per l'era multimediale, il Dab trasmetterà non solo segnali audio, ma anche testi, foto, dati e filmati. La RAI ha contribuito efficacemente a livello internazionale allo sviluppo del sistema nell'ambito del consorzio europeo EU-147 con la partecipazione attiva ai lavori di tutti gli organismi internazionali interessati come l'UER e la CEPT; la RAI è inoltre membro del Forum mondiale 'WORLDDAB' costituito per promuovere lo sviluppo e l'introduzione del DAB in tutto il mondo.